FSC® Forest Week 2023


La FSC® Forest Week è una campagna annuale che vuole aumentare la consapevolezza sull’importanza della gestione forestale responsabile, mettendo in evidenza il lavoro di FSC e il ruolo che gestori forestali e aziende certificate FSC hanno nella lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità.

Quest’anno la campagna si svolgerà dal 23 al 29 settembre, e il tema sarà #TrustTheTree.

Partecipando, gestori forestali, aziende e licenziatari del marchio potranno dimostrare come soluzioni forestali sostenibili, tra cui i prodotti con il logo FSC, possono essere uno degli strumenti per fare fronte alle sfide del futuro, come deforestazione, crisi climatica, perdita di habitat naturali ed altro ancora.

Le persone utilizzano migliaia di prodotti e materiali con marchio FSC nella loro vita quotidiana, spesso senza accorgersene… Vogliamo incoraggiarle sempre più a cercare il label FSC sui prodotti che acquistano come marchio che assicura una corretta gestione forestale.

Il tema della FSC Forest Week di quest’anno, Trust the Tree, mira ad educare ed informare le persone sui benefici sociali e ambientali della certificazione, e sulla missione di FSC nell’assicurare foreste per tutti, per sempre.

Allo stesso tempo, vogliamo dare un modo concreto per contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la deforestazione, attraverso semplici gesti quotidiani.

Dimostrando il proprio supporto alla gestione forestale responsabile, le aziende hanno anche la possibilità di aumentare la reputazione del proprio marchio: secondo la recente Global Consumer Awareness di FSC International e IPSOS, l’80% dei consumatori che riconosce FSC afferma che è più probabile che si fidino di un marchio se offre prodotti certificati FSC.

WineXperience: la Cococciola


Per tantissimo tempo il vino prodotto con le uve del Cococciola è stato utilizzato solo come vino da taglio per il Trebbiano d’Abruzzo con l’obiettivo di aumentarne l’acidità.

Solo dopo molti anni e grazie all’impegno e alla passione di numerosi produttori e vitivinicoltori, l’uva Cococciola è stata riscoperta e valorizzata per le sue peculiarità, che consistono in caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche che si distinguono per acidità e grado alcolico naturale.

Dal vitigno Cococciola è possibile ricavare vini in purezza eccellenti e immediatamente riconoscibili tanto che, nel corso del tempo, sono riusciti a ottenere il marchio Terre di Chieti Cococciola IGT e il riconoscimento Abruzzo Cococciola DOC nel 2010.

Il Cococciola è un vitigno a bacca bianca particolarmente robusto e vigoroso, che presenta acini di grandi dimensioni, con una buccia spessa e striature marroni che diventano piuttosto evidenti quando l’uva è totalmente matura.

La varietà è molto produttiva, per questo veniva e ancora oggi viene ampiamente utilizzata insieme al Trebbiano d’Abruzzo sia per aumentarne l’acidità, sia per comare eventuali lacune quantitative nella produzione.

Mentre il Montepulciano e il Trebbiano vengono coltivati in modo più o meno omogeneo su tutto il territorio abruzzese, il vitigno Cococciola si trova quasi esclusivamente in provincia di Chieti, nelle zone dell’area teatino-frentana, dove occupa circa 900 ettari. Proprio qui, grazie alla conformazione del terreno, alle condizioni climatiche e alla notevole escursione termica sia diurna che stagionale, il Cococciola può crescere al meglio e dar vita a vini ricchi di elementi distintivi, che consentono di individuare immediatamente i prodotti derivanti dalla coltivazione del Cococciola.

Il vino Cococciola si presenta con un colore giallo paglierino dai riflessi dorati; all’olfatto è vario e intrigante, con note floreali, erbacee, fruttate e agrumate; al palato, invece, si distingue per acidità, freschezza e grande sapidità. Essendo particolarmente acido si rivela ideale per la produzione di spumanti, sia metodo charmat sia metodo classico, caratterizzati da finezza, piacevolezza e infinita freschezza.

WineXperience: il Ruchè di Castagnole Monferrato


Frutto di terreni calcarei e asciutti soggetti a elevata insolazione, il Ruchè è uno dei più rari vitigni autoctoni tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano, nell’area compresa tra i Comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi. 

Dal 1987, anno dell’ottenimento della denominazione D.O.C., ha registrato costanti e progressivi apprezzamenti che lo rendono oggi un’espressione di identità e varietà del territorio. 


La sua riqualificazione è dovuta a un religioso, Don Giacomo Cauda, che negli anni Sessanta ricoprì quei grappoli abbandonati rilanciando questo vino nel mercato. Ha ottenuto la D.O.C.G. nel 2010 e la sua produzione tocca oggi il milione di bottiglie.


Di colore rosso rubino non troppo carico, ha un profumo intenso ed originale, con note floreali e speziate, talvolta unite a sentori di frutti di bosco e marasca.

Al sapore risulta asciutto, armonico e gradevolmente morbido, con buona persistenza aromatica. Può accompagnare tutto il pasto, dagli antipasti ai secondi. Interessante con primi piatti di pasta all’uovo ripiena, salumi, e formaggi di moderata stagionatura.

FSC® Forest Week 2022: festeggia con noi le foreste!


Quest’anno, dal 24 al 30 Settembre, Portocork Italia ha deciso di partecipare alla campagna FSC Forest Week lanciata dal Forest Stewardship Council® (FSC). La campagna ha come obiettivo quello di sottolineare il valore delle foreste e della loro gestione responsabile per le generazioni presenti e future, e di incoraggiare sempre più la scelta di prodotti a base cellulosica di provenienza sostenibile e certificata.

Il tema della campagna di quest’anno è Choose forests. Choose FSC: scegliendo infatti prodotti certificati FSC, ognuno di noi ha la possibilità di dare il proprio contributo alla protezione delle foreste, degli animali e delle persone che le chiamano casa.

Le foreste svolgono un ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici e nella conservazione della biodiversità, oltre a fornirci molti prodotti di uso quotidiano. Attraverso i propri standard, FSC promuove una gestione forestale rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile, ed è considerato il sistema di certificazione forestale più rigoroso e affidabile al mondo da ONG, aziende e consumatori.

Come Portocork Italia siamo orgogliosi di supportare FSC e la gestione sostenibile delle foreste del mondo grazie ai tappi che utilizzano sughero certificato. Durante la FSC Forest Week celebreremo il nostro impegno nei confronti delle foreste e incoraggeremo i nostri clienti a essere essi stessi portavoce di questo impegno.

Partecipa al cambiamento sostenibile e aiutaci a sostenere la gestione forestale responsabile condividendo questa campagna sui social media. Per ulteriori informazioni, puoi visitare il sito web di FSC o iscriverti alla newsletter di FSC.

OTR e conservazione dei vini #03


TERZA PARTE: Permeabilità delle chiusure, OTR & Conservazione

di Alessandra Possamai (Responsabile Qualità Portocork Italia)

Durante la conservazione la composizione del vino cambia gradualmente. La composizione iniziale del vino, così come le condizioni di conservazione (temperatura, luce, umidità, pH, posizione della bottiglia) sono i fattori principali che determinano l’evoluzione del vino in bottiglia, ma occorre tener conto anche della scelta del packaging.
Il tipo di tappo può infatti influenzare le proprietà organolettiche del vino in modo diverso a causa della diversa permeazione di ossigeno, dell’assorbimento e/o della migrazione dei composti dal tappo nel vino.
Le caratteristiche del prodotto imbottigliato sono correlate infatti alla quantità di ossigeno che la matrice vino riceve nelle diverse fasi di realizzazione/preparazione del prodotto.

Visto che l’ossigeno può essere coinvolto in molte reazioni che influenzano i composti sensoriali del prodotto, le diverse chiusure con i relativi OTR influenzeranno l’accettazione e/o preferenza del prodotto da parte dei consumatori.


Un OTR alto, come nel caso dalle chiusure sintetiche, darà luogo a vini dorati, con note di miele, mela, frutta cotta, porto, sherry, aromi aldeidici. Un OTR molto basso, come per le chiusure a vite, promuove lo sviluppo di caratteri riduttivi simili al solfuro, cavolo, gomma, uova marce.


OTR basso come mostrato dai tappi di sughero porterà ad un equilibrato sviluppo ossido-riduttivo del vino, grazie alla presenza di sostanze antiossidanti presenti nella parete cellulare del sughero uguali a quelle presenti nel legno utilizzato per le botti e/o barrique.


L’uso rigoroso dell’ossigeno nella fase pre e post imbottigliamento, abbinato con l’uso di una chiusura a basso OTR può pertanto dare un contributo importante preservando da un lato gli aromi (off flavours) fruttato e floreale, e dall’altro riducendo al minimo i composti riduttivi.


Un certo grado di ossigenazione può essere utile per lo sviluppo del vino rosso, dove l’eventuale ossidazione delle sostanze fenoliche porteranno al miglioramento del colore e alla riduzione dell’astringenza. D’altra parte, nel caso dei vini bianchi l’eccessiva esposizione all’ossigeno può sviluppare alcuni off flavours aldeidici e madernizzati e portare allo sviluppo di colore brunastro.
Forte è l’interesse nei confronti dell’influenza della permeabilità delle divere chiusure sulle caratteristiche chimiche e sensoriali dei vini durante l’affinamento in bottiglia e sono stati svolti diversi studi al fine di approfondire questi aspetti.

Nel complesso, questi studi hanno evidenziato:

  • i tappi a vite hanno OTR più bassi; i vini hanno livelli più alti di antiossidanti (SO2 e ascorbico acido) e sono più suscettibili a sviluppare caratteri riduttivi dovuti ad alti livelli di H2S;
  • le chiusure sintetiche hanno OTR più alti e i relativi vini hanno livelli più bassi di antiossidanti con aromi ossidati e colore bruno;
  • i tappi di sughero hanno un’ampia gamma di OTR (a seconda che si tratti di sughero monopezzo, tappi tecnici birondellati, tappi tecnici microagglomerati) posizionati tra i tappi a vite (più basso) e le chiusure sintetiche (più alto).

Il relativo vino ha un livello intermedio di antiossidanti, conservando gli attributi più fruttati e floreali.

OTR e conservazione dei vini #02


SECONDA PARTE: Permeabilità delle chiusure, metodiche analitiche 

di Alessandra Possamai (Responsabile Qualità Portocork Italia)

Nel corso degli anni sono stati sviluppati vari metodi/tecniche per misurare l’ingresso di ossigeno delle chiusure. Se inizialmente le metodiche adottate erano distruttive (misura del potenziale di ossidoriduzione, ossimetro, gascromatografia..), la tecnica colorimetrica messa a punto dall’Università di Bordeaux ha permesso di quantificare la presenza di ossigeno al momento dell’imbottigliamento e di comprendere nelle normali condizioni d’uso la cinetica di ingresso dell’ossigeno.
Si tratta di un metodo non distruttivo basato sulla riduzione di una soluzione di carminio d’indaco in bottiglia chiusa che gradualmente cambia colore dal giallo, in stato di riduzione, a blu in stato di totale ossidazione. Questo metodo consente la misurazione dell’ossigeno totale che nel tempo entra in una bottiglia di vino, compreso l’ossigeno desorbito dalla chiusura.
Oltre a non essere distruttiva questa metodica presenta il vantaggio di misurare l’ingresso di ossigeno attraverso una chiusura completamente compressa, cioè in condizioni reali di utilizzo, durante la conservazione del vino in bottiglia. D’altro canto i risultati possono essere distorti se le bottiglie sono sovraesposte alla luce e alla temperatura.

Utilizzando il metodo colorimetrico sono state confrontate/valutate le perfomance di diversi sistemi di chiusura : due tappi in sughero monopezzo (una di classe fiore/migliore qualità, e una di classe intermedia), due tappi in sughero “tecnici” (birondellato e microagglomerato), un tappo sintetico (Nomacorc) e quattro tappi a vite con diversi liner.
I risultati hanno mostrato che solo la bottiglia di controllo (sigillata alla fiamma) era completamente ermetica; gli altri sistemi di chiusura non solo consentivano il passaggio di ossigeno, ma presentavano cinetiche diverse a seconda del tipo di chiusura.
In una seconda fase il contenuto di ossigeno è correlato in gran parte alla permeazione attraverso la chiusura e secondariamente alla diffusione del gas residuo trattenuto nella chiusura compressa. In questa fase il contenuto di ossigeno è principalmente correlato alle caratteristiche di trasmissione dell’ossigeno di ogni tipo di chiusura.
Con i tappi vite, l’ingresso di ossigeno era sostanzialmente maggiore durante l’imbottigliamento rispetto ai 36 mesi di conservazione; questo è apparso essere dovuto all’inserimento di ossigeno contenuto sotto il tappo a vite nello spazio di testa della bottiglia al momento dell’imbottigliamento. Lo stato di equilibrio si raggiunge subito dopo l’imbottigliamento. 
Dopo il primo mese, i tappi a vite e i tappi di sughero “tecnici” (birondellati e microagglomerati) presentavano il più basso valore di trasmissione di ossigeno.
Al contrario, una chiusura sintetica come Nomacorc presentava il più alto valore di trasmissione dell’ossigeno. Nel caso dei tappi naturali l’ingresso di ossigeno diminuiva nel tempo raggiungendo un equilibro tra i 18 e i 24 mesi di conservazione; i tappi di classe fiore presentavano il migliore valore rispetto al sughero di classe intermedia con più “lenticelle”.

Fig.3: Cinetica ingresso O2attraverso differenti chiusure in 36 mesi di stoccaggio verticale e orizzontale 

Fig.4: Bottiglia 1: controllo. Bottiglia 2 con tappo in microgranina dopo 36 mesi stoccaggio orizzontale 
          Bottiglia 3: con sughero monopezzo dopo 36 mesi stoccaggio orizzontale 
          Bottiglia 4 con Nomacorc dopo 10 mesi  stoccaggio orizzontale 

Il metodo colorimetrico ha permesso inoltre di approfondire le modalità di ingresso attraverso le varie chiusure. Nel caso dei tappi sintetici l’ossigeno rilasciato dalla chiusura è quello dell’anima centrale del materiale della chiusura, nel caso dei tappi di sughero si tratta delle lenticelle (*).
Questi risultati sono stati confermati anche da ulteriori studi (P. Lopes e collaboratori**) che hanno mostrato che gas esogeni e/composti volatili come il TCA sono in grado di permeare attraverso un tappo sintetico e tappo a vite saranex (altro rivestimento permeabile), mentre al contrario, questi composti sono stati mantenuti all’esterno dei tappi di sughero, impedendone la migrazione e dimostrando perciò che i tappi di sughero sono barriere efficaci alla trasmissione di gas esogeni e composti volatili.(***)

OTR e Conservazione dei vini #01


PRIMA PARTE: Permeabilità delle chiusure: OTR e TPO 

Alessandra Possamai
Responsabile Qualità Portocork

La funzione principale di un tappo, come parte del packaging del vino è quella di garantire una buona tenuta, prevenendo il deterioramento sensoriale del vino, fornendo un’adeguata barriera all’umidità, gas (ossigeno, carbonio, ecc..), aromi.
A differenza della bottiglia di vetro, non tutte le chiusure sono materiali impermeabili e le loro proprietà sigillanti possono portare al trasferimento/passaggio di piccole molecole, come per esempio l’ossigeno.
L’ossigeno è uno dei fattori più importanti che determinano il potenziale di invecchiamento del vino in bottiglia.
Nella bottiglia di vino è presente infatti una quantità di ossigeno sia disciolto nel liquido, sia nella camera d’aria compresa tra il vino e il tappo, legato alle operazioni di tappatura e vinificazione. Non si potrà perciò parlare solo di OTR (Oxygen Transmission Rate), bensì di TPO (Total Package Oxygen), ovvero la somma delle varie frazioni presenti nella bottiglia al momento della sua chiusura.
Più in dettaglio si tratta dell’ossigeno dello spazio di testa (camera d’aria), dell’ossigeno disciolto nel vino e dell’ossigeno immesso con il tappo. Si dovrà tener conto di tutte queste tre frazioni al fine di poter dare una valutazione completa sia del rischio legato alla conservazione del vino, sia della qualità del processo di imbottigliamento. La perfomance dei singoli processi che portano al riempimento della bottiglia e le caratteristiche e modalità di utilizzo dei materiali di chiusura influenzano il TPO; si avrà pertanto un valore di TPO per partita di vino imbottigliato e in molti casi anche all’interno della stessa partita. Comunque è da considerare che le diverse proprietà barriera all’ossigeno di ciascun tappo (OTR) possono contribuire alla grande diversità nella composizione e nelle proprietà sensoriali dei vini sigillati con diversi tappi. La scelta del sistema di chiusura ha un impatto diretto sulla qualità sensoriale del vino; per questa decisione, è fondamentale comprendere le diverse proprietà delle chiusure, ovvero l’OTR e i comportamenti di desorbimento/scalping in condizioni reali di utilizzo da parte della chiusura.
L’interazione tra il vino, il tipo di chiusura e l’ambiente esterno può influenzare in modo significativo la qualità complessiva dei vini in bottiglia, soprattutto se il periodo di conservazione è relativamente lungo (più di cinque anni). Pertanto, la scelta del tappo/materiale di chiusura (sughero, sintetico, o tappo a vite) merita un’attenzione particolare al fine di stabilire le condizioni di tenuta ideali per l’ottimizzazione del vino imbottigliato (degli attributi del sapore del vino).

Meeting agenti on line


“Non sopravvive la specie più forte ma quella più adatta al cambiamento”. E’ all’insegna di queste celebri parole di Charles Darwin che abbiamo vissuto il nostro primo meeting agenti on line della storia di Portocork Italia.
Un appuntamento, quello dell’annuale riunione commerciale nazionale, che attendiamo sempre con trepidazione perchè anno dopo anno ci consente di riunirci, analizzare il mercato, il nostro lavoro e crescere insieme. Preziosa occasione di scambio ma anche di team building tra tutti gli agenti delle varie regioni italiane e lo staff Portocork Italia.
A causa dell’emergenza covid abbiamo dovuto rinunciare ad incontrarci di persona come di consueto ma abbiamo sperimentato un’originale ed efficace soluzione alternativa portando il nostro meeting all’interno di un vero e proprio studio televisivo.
E’ da qui che i nostri responsabili e lo staff interno all’azienda hanno presentato le nuove sfide che ci attendono per il 2021 e indirizzato il lavoro di tutti secondo le due direttive che caratterizzano la filosofia di Portocork: l’ecosostenibilità e l’orientamento al cliente. Da questo momento di riflessione e sinergia iniziamo questo nuovo anno con la consapevolezza delle nostre potenzialità e dello straordinario valore dei nostri prodotti.
Un valore che continueremo a garantire a tutte le nostre cantine clienti.