Il rispetto delle foreste per Portocork è tutto. Poiché è proprio alla foresta da sughero che deve tutto. Per questo l’azienda ha voluto insignirsi della certificazione FSC® e poter così immaginare di aver conquistato l’approvazione della stessa foresta per la sua attività. Il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione internazionale indipendente senza fini di lucro e non governativa creata nel 1993 allo scopo di promuovere una gestione delle foreste che sia:
1) appropriata dal punto di vista ambientale;
2) benefica dal punto di vista sociale (sia per i lavoratori che per le popolazioni locali);
3) soddisfacente dal punto di vista economico.
Questo sistema di gestione permette infatti di soddisfare i diritti e i bisogni sociali, ambientali ed economici delle generazioni presenti senza compromettere le generazioni future. Sono stati definiti 10 Principi e 57 Criteri di buona gestione forestale, norme per la rintracciabilità dei prodotti forestali e per l’uso di un marchio internazionale registrato, finalizzato a identificare i prodotti forestali (legnosi e non). I prodotti contrassegnati con il marchio FSC sono certificati come provenienti da foreste che rispettano questi principi e criteri di buona gestione forestale riconosciuti a livello internazionale.
Prodotti FSC®
Green company
I benefici ambientali dell’attività di decortica delle querce da sughero.
LE SUGHERETE CONTRO LA DESERTIFICAZIONE
Le foreste di querce da sughero sono considerate un potente baluardo contro la desertificazione del nord Africa. Il bacino del Mediterraneo, l’unica area al mondo che consente lo sviluppo di questo tipo di pianta, è coperto da circa 2,2 milioni di ettari di foreste da sughero, di cui circa 225.000 si trovano in Italia, per il 90%, nelle regioni della Sardegna e per la restante parte in Sicilia, Calabria, Lazio, Toscana e Campania. Il principale paese produttore di sughero è però il Portogallo, che produce da solo il 52% del totale, con oltre 150 mila tonnellate. Le aziende portoghesi operanti nel settore del sughero producono circa 40 milioni di tappi al giorno e contano circa 12 mila lavoratori. Queste particolari foreste, composte da sugherete centenarie, sorgono anche nella fascia settentrionale del continente africano, nei paesi del Maghreb, spesso a ridosso delle aree desertiche rappresentando quindi l’ultima protezione verde rispetto all’avanzare del Sahara. La desertificazione è un processo solitamente irreversibile dalle cause molteplici e che può essere accelerato dal comportamento umano. Nel caso dell’industria del sughero il ruolo dell’attività di estrazione funge invece da prezioso alleato della lotta alla desertificazione in quanto è proprio una gestione forestale responsabile a consentire una più efficace salvaguardia delle sugherete. È lo sfruttamento delle foreste al fine della produzione di tappi da sughero il modo migliore di proteggerle. L’attività di decortica, se fatta in modo accurato e nel rispetto dei ritmi naturali di ricrescita, è un processo benefico per la pianta, che non la aggredisce, anzi, la rigenera ed implica inoltre importanti conseguenze sociali e ambientali per il territorio in cui la foresta cresce. Il lavoro del decorticatore, ad esempio, è l’attività agricola più ben pagata al mondo e coinvolge solitamente personale che risiede nelle località interne o limitrofe alla foresta. La paga si aggira intorno ai 90 euro al giorno, per tre mesi di lavoro: si inizia alle 6 del mattino per finire alle 14, quando le temperature iniziano a essere difficilmente sopportabili. Questa attività rappresenta per molte famiglie una fondamentale (o l’unica) fonte di sostentamento e quindi si configura come uno strumento di lotta anche alla desertificazione sociale di alcune aree rurali.
LE SUGHERETE HABITAT DI SPECIE NATURALI
Le sugherete sono habitat naturale di molte specie di animali e piante, alcune delle quali in via di estinzione come ad esempio la lince iberica i rarissimi ghiro e astore sardo. (Si è calcolato che per ogni mille metri quadrati si possono rinvenire 135 diverse specie botaniche). Data inoltre la particolare conformazione a chiazze della chioma della quercia da sughero, essa permette che pascolo e sottobosco crescono rigogliosi perché non impedisce, al contrario della maggior parte degli alberi d’alto fusto, che passi la luce, tanta quanta ne serve alle altre specie della macchia mediterranea per crescere agevolmente. Quindi una sughereta dà modo all’uomo di poterla utilizzare anche per il pascolo del bestiame, ghiotto tra l’altro delle ghiande della sughera, o per poterne ricavare della legna, sia dalla sua potatura che dal rigoglioso sottobosco. Sottobosco che fornisce anche bacche preziose quali mirto, corbezzolo e lentisco.
LE SUGHERETE CONTRO INCENDI E DISSESTO IDROGEOLOGICO
Grazie alla caratteristica ottima resistenza agli incendi (il sughero è noto per le sue eccellenti proprietà ignifughe), la quercia da sughero è la motrice della rinascita e ricrescita del bosco dopo il passaggio di un incendio, ed è anche uno dei maggiori concorrenti nella stabilità idrogeologica di un territorio, in quanto le sue chiome, che proteggono il terreno dal troppo caldo in estate e dalla brina in inverno, trattengono l’umidità, fungendo da efficace contrasto all’erosione dei terreni.
LE SUGHERETE CONTRO IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE
Come tutte le foreste fondamentale è la funzione delle sugherete per l’azione filtrante che opera sull’aria che respiriamo, ripulendola. Gli alberi di quercia da sughero sono preziosi alleati nel processo di protezione del pianeta dal surriscaldamento globale, in quanto oltre a produrre e rilasciare ossigeno con la fotosintesi, intrappolano CO2. Ogni anno le sugherete del Mediterraneo assorbono 14 milioni di tonnellate di CO2.
Riciclo
SUGHERO: NON SOLO TAPPI
Solo il sughero migliore viene utilizzato per l’imbottigliamento, cioè quello prodotto da una quercia da sughero dopo almeno 43 anni di vita e almeno 2 decortiche. Ma della corteccia della sughera non viene buttato nulla, anzi: ogni sua parte è destinata ad un diverso utilizzo in innumerevoli applicazioni. Per la produzione di un tappo in sughero perfetto ogni pezzo di corteccia viene attentamente selezionato in diverse fasi. Ogni scarto, anche il più piccolo, anche la polvere e lo sfrido di produzione viene riciclato come materia prima preziosissima. La polvere di sughero viene riciclata come materiale da combustione per ricavare l’energia elettrica necessaria a soddisfare il 90% del fabbisogno energetico degli impianti produttivi. Scarti di produzione vengono recuperati per essere destinati a diverse applicazioni: gli scarti della produzione dei tappi monopezzo (quindi il sughero più pregiato) diventa granina e microgranina per i tappi tecnici e da spumante. Altri scarti dalle varie fasi produttive possono essere destinati ad altre industrie del sughero non legate al mondo dei tappi: bioedilizia: per le sue straordinarie proprietà tecnico-meccaniche il sughero è utilizzato molto come isolante termico e acustico nell’edilizia, ma anche per pavimentazioni, palquet, decorazione di pareti da interno/esterno, etc.; meccanica: alcuni componenti di motori sono realizzati in sughero; aeronautica spaziale: alcuni componenti dello Shuttle sono realizzati in sughero; abbigliamento e calzature: scarpe, borse, giacche possono essere in sughero; design: oggettistica per la cucina ma sempre più anche arredo; arte: molti artisti hanno scelto il sughero come materia prima delle proprie opere (es. Scott Gundersen, Saimir Strati, Conrad Engelhardt, Isabelle Rigal). Il sughero è riciclabile al 100%. I tappi di sughero usati possono essere riciclati e destinati a nuova vita in numerose applicazioni. Ogni anno in Italia circa 800 milioni di tappi di sughero vengono gettati nella spazzatura.
CURIOSITÀ
I pavimenti della Basilica della Sagrada Familia di Barcellona, progettata da Antonio Gaudì e dichiarata patrimonio dell’Umanità nel 1994, sono in sughero.
Decortica
L’attività di estrazione del sughero dalle querce da sughero si chiama “decortica” ed è un processo unico ed estremamente affascinante che è alla base di tutta l’industria legata a questa materia prima. La Quercus sugheris è una pianta sempreverde e longeva che cresce nelle regioni del Mediterraneo e della penisola iberica, vive mediamente 200 anni e ha una grande capacità di rigenerarsi: durante il suo ciclo di vita la corteccia si rigenera fino a 16 volte. Il sughero, che ricopre il fusto della pianta e che ne costituisce la corteccia, possiede caratteristiche uniche, difficilmente riproducibili artificialmente: è molto leggero, elastico, comprimibile, resistente alle abrasioni e impermeabile a liquidi e gas. Ha inoltre eccellenti proprietà isolanti, acustiche e termiche, oltre che ignifughe. Un solo centimetro cubico è formato da circa 40 milioni di cellule. La Suberina è la componente principale del sughero (45%) ed è formata da acidi grassi e alcol organici che rendono il sughero impermeabile ai gas e ai liquidi; questa sostanza, inoltre, lega insieme le celle che compongono la parete strutturale del sughero a forma di prisma pentagonale o esagonale: questa struttura e la sua composizione rendono il sughero elastico, isolante e pessimo conduttore termico. Il sughero è inoltre composto da Lignina (27%), che è una componente legante, Polisaccaridi (12%), Acido tannico (6%) che ne dà il colore, da acqua minerale, glicerina, ed altri elementi (4%). Si tratta quindi di un prodotto al 100% naturale, riciclabile e riutilizzabile, e quindi un materiale totalmente ecosostenibile.
Il processo della decortica, estremamente rispettoso dell’ambiente e della pianta, può essere paragonato alla tosatura di una pecora. Con un tocco esperto operato solo da decorticatori professionisti, la corteccia viene estratta sfruttando il periodo dell’anno (giugno-luglio) in cui la linfa si posiziona tra il fusto della pianta e la sua corteccia ed è quindi possibile toglierla agevolmente e senza ferire la pianta. Il fusto decorticato rimane “nudo” e su di esso viene dipinto un numero che corrisponde all’anno di decortica: un’operazione fondamentale per identificare all’interno di una foresta quali alberi sono da decorticare e quali invece dovranno attendere di rigenerare la corteccia fino ad un massimo di 9 anni. Dalla semina alla prima decortica trascorrono 25 anni. Il primo sughero è quindi “sughero vergine” e può essere utilizzato solo per la realizzazione di articoli decorativi e prodotti granulati. Dovranno trascorrere altri 9 anni prima della seconda decortica e ancora altri 9 prima che dalla corteccia si possano realizzare tappi in sughero: 43 anni minimo in tutto. E’ solo allora che il sughero raggiunge una stabilità strutturale tale da garantire le proprietà necessarie all’imbottigliamento. Con un ritmo di una decortica ogni 9 anni la stessa pianta può subire questo processo per oltre 200 anni e poi vivere fino a 300-400 anni.
Ecocentrismo
“Ecocentrismo” è un neologismo coniato da Portocork per indicare la volontà di mettere la natura al centro. “Ecocentrico” è una parola perfetta per descrivere l’approccio dell’azienda nei confronti dell’ambiente, l’attenzione che ha per la salvaguardia delle foreste, fonte primaria e insostituibile di tutta la sua attività. “Ecocentrico” è un punto di vista che Portocork propone anche ai suoi clienti, promuovendo questo concetto attraverso i diversi strumenti della sua comunicazione, a partire dal nuovo packaging, innovativo ed ecosostenibile. Tutti i cartoni utilizzati per l’imballaggio dei tappi Portocork sono infatti certificati FSC (Forest Stewardship Council). Il sughero è una materia prima ecosostenibile a 360 gradi: tutta l’attività legata al sughero, dalla decortica alla produzione di tappi e altre applicazioni, è rispettosa dell’ambiente e pienamente inserita in un circolo virtuoso di rispetto e salvaguardia della natura. Portocork rappresenta una realtà all’avanguardia, e quindi, anche nell’attenzione e nella cura verso la natura, fa tutto ciò che è in suo potere per tutelarla.
Nuovo profilo: green consultant
Portocork ha ideato una nuova figura professionalea servizio della clientela del Triveneto, in grado di affiancare e accompagnare le cantine verso scelte più consapevoli di ecosostenibilità.
Il rispetto della natura passa anche per la scelta della chiusura ideale per un vino.
Il sughero è la prima scelta, il più grande atto d’amore per un vino e nei confronti della natura.
Il supporto del Green & Commercial Consultant Portocork è un’occasione preziosa di rivedere alcune piccole grandi scelte aziendali di imbottigliamento in un’ottica più ecocentrica.