Donato Rinaldi - agente Portocork Italia

L’amore per le sfide di Donato


“Mi piacciono le sfide. Sia che si tratti di lavoro che di sport” Donato Rinaldi  è convinto che  con la motivazione si possano superare molti ostacoli. E’ una lezione che ha imparato da bambino quando usciva di casa per giocare a pallone con gli amici e si trovava a fare le squadre: “tendevo a fare appositamente una squadra apparentemente debole per poi divertirmi a vedere come la coesione, il fare squadra, la motivazione ci permetteva di sovvertire i pronostici. E capitava spesso!”. 
A insegnargli tanto è stata anche l’esperienza alle scuole medie salesiane: “Tre anni che mi hanno formato molto – racconta – devo moltissimo a don Michele: mi ha fatto amare la lingua italiana, da lui ho imparato a usare la mia dialettica insieme a una dose di empatia, tutte cose che mi tornano utili oggi nel mio lavoro di rappresentante Portocork”. 
Al lavoro nel mondo del vino come rappresentante di prodotti per l’enologia per l’azienda Enocom ci è arrivato un po’ per per caso: prima lavorava nel mondo assicurativo, ma è stata una parentesi. “Avrei preferito dedicarmi alle materie più umanistiche ma ho finito con il diplomarmi perito agrario perché era quella la scuola del paese. Per me oggi lavorare in questo settore è un privilegio: non amo molto guidare, a dire la verità, ma adoro viaggiare e relazionarmi con le persone, sono orgoglioso di essermi costruito questa professione con le mie forze e oggi penso di potermi guardare attorno e dire che ho tutto ciò che desideravo: una casa mia, una famiglia unita, non mi manca nulla”. 
Le scuole salesiane sono state determinanti per Donato anche per sviluppare uno spiccato amore per lo sport, passione che persegue tutt’oggi nella veste di runner. 
Appena può esce di casa per andare a correre nelle campagne della Valle d’Itria, a Locorotondo, in Puglia, dove è cresciuto e vive. “Mentre corro parlo con me stesso, mi organizzo il lavoro oppure mi faccio un esame di coscienza… La Valle d’Itria ha delle campagne bellissime, amo stare da solo con me stesso”. 
Ad attenderlo alla fine di ogni corsa la moglie Lucia, i due figli, Pietro e Matilde e da un paio di mesi nella squadra è entrato a far parte anche Haki, un piccolo barboncino. “La Puglia è lunga, noi viviamo circa nel mezzo e quindi io sono spesso fuori casa per lavoro. Fondamentale è il sostegno di mia moglie”. 
La corsa non è l’unico sport al quale si dedica Donato: “Faccio parte anche di un gruppo escursionistico che fa trekking nelle nostre belle montagne tra la Basilicata e la Calabria. Ci chiamiamo “Le braciole” e il nome è molto eloquente su quali siano i reali obiettivi delle nostre camminate, rigorosamente di soli uomini”.