La rintracciabilità di un tappo di sughero


Alessandra Possamai
Responsabile Ufficio qualità
qualita@portocorkitalia.com


Vi siete mai chiesti che cosa significhi il codice pk XX-YY riportato sui tappi?
Il codice alfanumerico pk XX-YY rappresenta la settimana (XX) e l’anno relativo (YY) nel quale è stato effettuato il processo produttivo di finizione dei tappi.
Il fornitore di prodotto (del tappo) è così in grado di “rintracciare” l’intero processo produttivo e i relativi lotti di materia prima impiegata.

I materiali destinati al contatto con gli alimenti (definiti anche MOCA) negli anni sono diventati oggetto di leggi sempre più vicine a quelle del settore agroalimentare. Uno degli aspetti su cui insiste la normativa è la rintracciabilità dei materiali a contatto con gli alimenti.

Come riportato nell’art. 17 del reg.1935/04, “la rintracciabilità dei materiali e degli oggetti è garantita in tutte le fasi per facilitare il controllo, il ritiro dei prodotti difettosi, le informazioni ai consumatori e l’attribuzione delle responsabilità…..i materiali e gli oggetti immessi sul mercato comunitario sono individuabili da un sistema adeguato che ne consente la rintracciabilità mediante l’etichettatura o documentazione o informazioni pertinenti”.

Il termine rintracciabilità identifica la capacità di disporre di tutte le informazioni atte a costruire a ritroso (dal punto vendita alla produzione) la storia di un materiale/oggetto/articolo destinato al contatto con gli alimenti. Si individuano pertanto sia le imprese da cui sono stati forniti, sia le imprese a cui vengono forniti. Due sono infatti i livelli di rintracciabilità:

la rintracciabilità interna di ogni singolo operatore della filiera produttiva che permette di collegare ogni articolo prodotto alle materie prime impiegate per produrlo e la rintracciabilità esterna, trasversale tra i vari operatori della filiera, visto che i singoli anelli della filiera sono in grado di dimostrare a chi hanno venduto quanto prodotto/acquistato. La rintracciabilità rappresenta pertanto un elemento essenziale per facilitare il controllo, l’eventuale blocco di un prodotto sospeso e/o il ritiro di prodotti difettosi.

La documentazione raccolta dagli operatori della filiera permetterà da un lato agli operatoti di isolare quanto prodotto/acquistato in caso di emergenza e nel contempo gli organi di controllo potranno gestire e controllare eventuali situazioni di pericolo attraverso la conoscenza dei vari processi produttivi. In questo modo si potrà per esempio, risalire al ritiro eventuale di merce difettosa o non conforme.

Ma che differenza esiste tra tracciabilità e rintracciabilità?
Per tracciabilità si intende quel processo volto a tenere traccia di tutti gli elementi in ingresso che vanno a creare, modificare o trasformare un prodotto (sia alimentare, imballaggio, chimico…). Per rintracciabilità si intende il processo che torna indietro nella catena di produzione di un prodotto, al fine di ricercare un preciso evento o un’azione. Sia il processo di tracciabilità sia il processo di rintracciabilità seguono la logica di una raccolta ordinata di informazioni di processi/attività che portano alla realizzazione di un prodotto e che permettono di verificare e identificare anche a ritroso ogni singola azione svolta. Si può pertanto definire la tracciabilità in questo modo: “comunico cosa sto facendo mentre lo sto facendo e lo archivio come dato, in modo che chi verrà dopo di me sappia con precisione cosa è stato fatto, quando e in che modo“.